martedì 11 maggio 2010

Clegg-Tory, quasi fatta


LONDRA. Nick Clegg. E’ lui l’uomo attorno a cui ruota il destino della Gran Bretagna. Uscito clamorosamente sconfitto dalle elezioni, nonostante nelle tre settimane precedenti al voto del 6 maggio alcuni sondaggi l’avessero dato addirittura come vincente, il leader centrista dei Liberal Democratici da tre giorni sta trattando con i Conservatori di David Cameron per la formazione di una maggioranza che dia stabilità al Paese. Secondo l’emittente inglese Sky, nelle ultime ore i due avrebbero steso una “bozza d’accordo”, che i vertici dei Tory e dei Lib-dem, impegnati nelle negoziazioni, dovranno proporre ai membri dei rispettivi partiti per l’approvazione. Non si conoscono ancora i termini del “patto” ma, nonostante le proteste dei propri elettori che hanno manifestato di non gradire un appoggio del loro partito ai Tory, per i Liberal Democratici questa potrebbe essere una grande occasione per realizzare uno dei punti chiave del proprio programma: la riforma del sistema elettorale, il maggioritario uninominale secco, che penalizza oltremodo i partiti minori. Un mancato accordo su questo aspetto, rischierebbe di “spaccare” il partito Liberal Democratico e mettere in seria difficoltà Nick Clegg davanti ai suoi sostenitori. Secondo alcuni giornali inglesi, proprio la riforma elettorale e la data delle prossime votazioni sarebbero state infatti tra le condizioni poste dagli esponenti del partito Lib-dem al loro leader per accettare un accordo con i Conservatori.



Se le indiscrezioni fossero confermate, la Gran Bretagna avrebbe finalmente un primo Ministro, David Cameron, e i Conservatori prenderebbero le redini del Paese dopo la lunga esperienza laburista durata tredici anni. Secondo la televisione pubblica inglese, BBC, la pista che porterebbe Clegg ad allearsi ai Laburisti di Gordon Brown, però sarebbe ancora aperta. Lo confermerebbe l’incontro tra il leader centrista e il primo Ministro uscente nel pomeriggio di domenica. Ad accomunare i due partiti ci sarebbe sicuramente la riforma del sistema elettorale attuale. Una priorità per i Liberal Democratici che i Labour sarebbero già pronti a concedere. Ad avvicinare le due formazioni i c’è anche una visione comune sul ruolo che la Gran Bretagna dovrà assumere nell’EU: entrambi i partiti sono filo-europesti e credono che far parte dell’Europa sia un vantaggio. Al momento l’ipotesi di un accordo tra Labour e Lib-dem non può essere ancora esclusa, ma appare più lontana. Anche perché, nella possibilità che i due partiti possano raggiungere un accordo, dovrebbero cercare il sostegno di altre formazioni politiche, come i partiti nazionalisti dell’Ulster, del Galles e lo Scottish National Party per avere la maggioranza assoluta dei seggi.Nonostante le grandi differenze di programma tra Conservatori e Liberal Democratici, in primis la questione della riforma elettorale e del ruolo della Gran Bretagna nell’Unione europea, e alcune altre difformità sui tagli alla spesa pubblica e le tasse, la sensazione è che l’accordo sia vicino e si stia discutendo sugli ultimi dettagli per dare un governo forte e stabile al Paese.



Testo di Vincenzo Sassu

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