Il cielo è chiarissimo da quassù. Come sospesi in un limbo, rari banchi nuvolosi si muovono allungandosi al di sotto della carlinga e proiettando le loro ombre su paesini sperduti nella campagna, umili lavoratori, coraggiosi braccianti. E qualcuno, che oltre il vetro di una finestra vede la nostra scia e avrebbe voluto toccarla.
D’improvviso il mare, il blu intenso del mare. E barche minuscole, come un’infinità di puntini bianchi sospinti dal vento. Due piccoli borghi isolati e un fiume, lungo come un’anaconda, che serpeggia attraverso i campi spagnoli. Terreni di colori e forme svariate. Trapezoidali, quadrati, triangolari. Verdi, rossicci, marroni e senape.
Una nebbia leggera, il tratto delicato dell’artista.
Testi di Vincenzo Sassu
sabato 25 aprile 2009
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