Il cielo cupo, il cielo grigio, il cielo sereno. A tratti. In quell’ultima passeggiata sulla campagna bagnata della Gallura, c’era il sole. Era lì. Ne percepivo la presenza. Ne sentivo il calore. Ma era coperto da una fitta coltre di nuvole, da cui avrebbe voluto sfuggire. E qualche volta ci riusciva. Sembrava di sentirne il rumore sordo dello sforzo. Della voglia di combattere quel grigiore e riemergere da lassù. Così, d’improvviso, una parte di cielo si rasserenava. Ma durava poco. Uno sforzo estremo, un impeto che toccava l’apice solo per un attimo, per poi ricadere giù con violenza. Sopraffatto da quella fitta coltre di nuvole che ingrigiva il monte, riflesso nella vetrata di casa. Che incupiva le luci di quel paesino in lontananza, appeso sulle colline. E rabbuiava gli alberi d’intorno. Mettendo a tacere i rumori della natura, i versi degli uccelli e gli scricchiolii degli alberi. Mettendo fine a quella lotta danzante, di destini contrapposti, di forze antagoniste di vincitori e vinti. Poi l’arrivo della notte. Qualche stella. E il Silenzio
Testi di Vincenzo Sassu
domenica 19 aprile 2009
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descrizione fatta con occhi e animo malinconici!..riesco a sentire piccoli brividi di freddo!..bello!..al di là delle nuvole, c'è sempre il sole!...............grazia.
RispondiEliminaGrazia,
RispondiEliminasì, occhi e animo malinconici, di nostalgia e desiderio. Insieme.
Vincenzo